Come together. Una REdazione Multilingue per UP TO YOU 2023

composizione grafica Valeria Tacchi

Parliamo inglese, italiano, ucraino, russo. Parliamo la lingua rom, l’albanese, il bergamasco, il portoghese e le lingue slave. Parliamo l’agni, lo spagnolo, il kirundi, la darija e l’arabo. Ci piace raccontare a parole anche in poesia, in musica, in fiabe. Ci piace raccontare cucendo, con pezzi di collage. Siamo la redazione RE.M di COME TOGETHER 2023, un laboratorio di visione e racconto che segue il festival di UpToYou 2023.

La REdazione RE.M di UP TO YOU


Sono Sebastijan. Zingaro ops no sono un Rom. Nato in Pristina là dove impari parlare 3 lingue, la lingua rom, albanese e le lingue slave, contemporaneamente e almeno 2 dialetti. Gli ucceli muoiono cantando, gli zingari anche… e scrivono con il canto, il suono e il ballo.. Scrivono con occhi per descrivere l’anima, la gioia, il dolore. Nella vita ho imparato a scrivere anche senza parole.. silenzio che può dire molto di più di mille parole. Ma anche un’immagine, un gesto.. un tocco.. un abbraccio. Conosco tante lingue ma uso solo una per scrivere e comunicare.. Quella Umana.


Ciao sono Sebastijan. Zingaro ops no sono un Rom. Nato in Pristina la dove impari parlare 3 lingue contemporaneamente e almeno 2 dialeti. Uceli muoiono cantando gli zingari anche... e scrivono con canto suono e ballo.. Scrivono con occhi per descrivere sua anima gioia e dolore. Nela vita ho imparato scrivere anche senza parole.. Silenzio che po' dire molto di più di miglie parole. Ma anche imagine un gesto.. Un tocco.. abracio. Conosco tante lingue ma uso solo una per scrivere e comunicare.. Quella Umana

Sono Valeria e parlo italiano (bene), inglese (medio) e francese (poco). Mi piace molto sia leggere che raccontate storie. Sono una persona visiva: ragiono con le immagini. Per questo mi piace provare a tradurre con grafiche o collage le mie emozioni e le cose che vivo.


Meu nome é Mileide, sou brasileira, tenho 45 anos ,falo português, estou aprendendo italiano estou na italia a sete meses ,sou manicure ,estou adorando conhecer outra cultura, sou uma pessoa alegre, carinhosa tenho muita dificuldade de falar em público, sou mãe avó ,e isso é um pouquinho de mim.
Mi chiamo Mileide, sono brasiliana, ho 45 anni, parlo portoghese, sto imparando l’italiano. Sono in Italia da sette mesi, lavoro come manicure. Mi piace conoscere un’altra cultura, sono una persona allegra, affettuosa, e ho molte difficoltà a parlare in pubblico. Sono mamma e nonna, e questo è un po’ di me.


Mi chiamo Marta e ho sempre utilizzato l’italiano per esprimermi come lingua di preferenza. Ma già a 3 anni si è aggiunto l’inglese come lingua dei giochi, per poi seguirmi durante il percorso scolastico e diventare familiare attraverso canzoni e giochi di parole nelle serie TV non doppiate. Lo spagnolo è arrivato dopo, come qualcosa di già familiare mentre trascorrevo un periodo a Valencia. Ho scoperto poi come linguaggi diversi possano risuonare attraverso un corso in intercomprensione di differenti lingue scritte in università. Ho sempre amato ascoltare e raccontare storie inventate, per incantare e avvicinare qualunque interlocutore. Ho imparato che tutto può diventare una narrazione, orale o scritta.
Ma ho amato imparare a conoscere con il corpo in prima battuta, quando ho sperimentato i primi esercizi di teatro grazie a una maestra. Questo approccio me lo sono portata in altri ambiti e percorsi lontanissimi da quello e amo partire dal tatto per approcciare il mondo.


Il mio nome è Marie-Noelle. La lingua dei primi luoghi sociali è stata l’italiano. A scuola la maestra Nicoletta dettava parole e storie lunghe quaderni, tanto divertenti quanto infinite. Il sabato era il mio giorno preferito perché anziché scrivere ci faceva danzare con passi e suoni portati dai suoi viaggi in giro per il mondo. A casa le prime mescolanze e le prime parole inventate, un po’ di francese, francialiano o italese.
Il francese per riprendere, discutere di questioni importanti, per ridere. Il francese di mia mamma il sabato che cantava e pregava mentre puliva.
L’agni, la lingua dell’origine e del mistero che scivola dalle labbra dei parenti ma anche sulle mie orecchie.
La musica e l’evasione adolescenziale in inglese a suon di ABBA con l’amica del cuore. La voce di Etta James nella testa per mesi che mi ha accompagnato al primo saggio di canto.
La matita e i colori le mie alleate durante le lezioni di arte.
L’ago e il filo oggi quando non trovo né lingue, né parole per comunicare.


Ho uno dei migliori nomi in Ucraina, Lesya. La mia lingua madre è, ovviamente, l’ucraino. Ci sono stati periodi nel circolo in cui era obbligatorio studiare il russo, lo parlo liberamente, ma in questa fase della mia vita l’ho automaticamente dimenticato . Ho comunicato nella mia lingua madre quasi fino all’età di 17 anni, poi mi sono innamorato della lingua polacca, del modo in cui lavoravo sul campo in Polonia. Si è sposata all’età di 18 anni. Sono arrivata in Italia all’età di 30 anni e posso affermare con sicurezza che l’Italia e la lingua italiana sono la mia vita. Ho due figli, una figlia di 20 anni e un figlio di 15 anni. Viviamo nella città di Bergamo. A proposito, anche i bambini parlano correntemente l’italiano.


Mi chiamo Ester e ho iniziato a parlare in italiano molto presto, prima di compiere un anno, e da piccola ero la bambina chiacchierona sempre fuori dalla classe perché disturbava la lezione. Crescendo sono rimasta molto legata all’espressione verbale, ma il mio linguaggio preferito è la scrittura.
Da quando ho imparato a scrivere, mi è sempre piaciuto usare la carta per entrare in contatto con me stessa e con le altre persone, perché mi dava (e dà) la possibilità di cambiare idea più volte e di darmi tempo.
Mia nonna era la cantante della casa e per me la musica è sempre stata una compagna ed una distrazione. Mi piace il linguaggio visivo e osservare dentro e fuori di me sentendomi al tempo stesso parte attiva e passiva di quello che esiste.


Sono Daiane, parlo portoghese brasiliano, imparo l’italiano e a volte qualche sfide in inglese. Da piccola il mio padre mi ha incoraggiato ad amare i libri e la mia prima scelta per una laurea è stato il giornalismo. Ho studiato giornalismo per due anni e poi costretta a seguire strade diverse, mi sono laureata come Tecnologa in Idraulica ad indirizzo Sanitario-Ambientale. Sono curiosa, timida, e mi piacciono molto i lavori fai da te. Sono una mamma a tempo pieno alla ricerca di un mondo al di fuori di questo.


Mi chiamo Bianca. La mia lingua madre è l’italiano e fin da piccola ho sempre amato ascoltare le storie che i miei nonni raccontavano in bergamasco. Ho sempre tenuto dei diari su cui scrivevo, raccontando il passato, rielaborando il presente e immaginando il futuro. Le arti mi hanno sempre affascinata perché le ho sempre viste come linguaggi che contengono ciò che a qualsiasi altra lingua manca: l’immediatezza e l’universalità. La musica, per raccontare un’emozione, la crea suonando il pianoforte o tamburellando con le dita. Il disegno, per mostrare ciò che non si vede o far risaltare ciò che non si nota, lo uso da sempre per riempire le superfici troppo spoglie. A volte mi piace mischiare tutti i linguaggi creando dei video o dei collage dove parole, schizzi e colori si mescolano. Amo viaggiare e ascoltare le lingue, capisco lo spagnolo, lingua cugina e parlo l’inglese, lingua moderna. Di recente sono stata in Olanda per un periodo di studio all’estero e mi sono ritrovata circondata da centinaia di persone e altrettante lingue. Mi piace ascoltare gli altri, esprimermi nei linguaggi che conosco e impararne di nuovi!


Sono Anita! Sono stata cresciuta da genitori che parlavano l’italiano e da nonne che si esprimevano quasi solo in bergamasco, per cui ho imparato fin da piccola come, per indicare la stessa cosa, si possano utilizzare parole diverse. Crescendo, ho conosciuto una miriade di linguaggi differenti: quello della luce con la fotografia, del montaggio con il cinema, della presenza con il teatro e della poesia che incastra le parole. Nel tempo, ho imparato ad apprezzare ed imparare anche altre lingue: come l’inglese, attraverso la musica, e lo spagnolo durante una mia permanenza nella vivace Andalusia. Continuo ad essere curiosissima rispetto all’espressivitá umana e le sue infinite modalità


Sono Renny. Per tutta l’infanzia ho sentito parlare solo una lingua spagnolo. Da adolescente mio padre mi portava a girare il mio paese durante le sue vacanza, è cosi che ho iniziato a rispettare ogni cultura e un po’ in curiosità de su dialetto posso dire. Mio padre è un appassionato di musica, e l’ha trasmesso a suoi figli. Un po’ della sua passione e come un PADRE vuole, ha dato il meglio per i suoi figli, ha trasmesso tutto di sé. MAKTUB (en ARABE) Lo que esta destinado a suceder siempre encontrara una forma unica, magica y maravillosa de manifestarse.


Sono Romeo. Io parlo francese, ma la prima lingua che ho imparato è il kirundi, la lingua che si parla in Burundi. Io parlavo kirundi con la mia famiglia e con i miei amici. Ho ascoltato il francese e l’inglese a scuola, alla TV. In Burundi ero un’artista, cantavo in francese e kirundi. Suono la chitarra. In Burundi ci sono italiani che vengono nei centri e lì ho sentito per la prima volta questa lingua, e ho iniziato a capirla, sono andato a un corso di italiano. E ora studio italiano qui a Bergamo alla scuola Ataya.


Mi chiamo Ayoub e sono marocchino. La mia lingua è Darija, la lingua che si parla in Marocco ed è un misto di arabo e francese e spagnolo. Io però parlo molte altre lingue. Arabo e Francese me li hanno insegnati a scuola. Poi inglese che è la terza lingua parlata in Marocco, io ho praticato molto questa lingua guardando film e ascoltando musica. Io parlo anche Russo e Ucraino, mi piacciono molto e li ho imparati mentre studiavo in Ucraina come architetto di interior design e ingegnere civile. Sono stato in Ucraina per 10 anni. Ora vivo in Italia e sto imparando l’italiano e mi piace molto perché, come il francese, è una lingua molto romantica. Mi piace scrivere, soprattutto i testi delle canzoni, e fotografare. Mi piacciono il cinema e il teatro, perché spiegano molte cose ed emozioni con il corpo, con il silenzio, con le immagini e i suoni. Ascoltare per me è una delle cose che preferisco, quando sono a teatro a volte chiudo gli occhi per sentire e immaginare quello che succede. Il teatro mi dà messaggi che non hanno bisogno di parole per essere capiti, perché mi colpiscono nel cuore e nel cervello e io capisco perché sento.


Mi presento sono Daniele. Parlo bene solo una lingua l’ italiano e mastico qualcosa di inglese. In casa mia si parlava e si parla parecchio il dialetto Bergamasco. Ho molte passioni. Una tra queste è musica con cui esprimo molte volte dei sentimenti alle persone, dedicando frasi o citazioni. Un cantante che mi piace moltissimo è Justin Bieber e son cresciuto con le sue canzoni. In una delle sue canzoni “love yourself” esprime come da titolo il soffermarsi sull amare se stessi e lo ritengo una cosa importantissima anche per poter poi amare gli altri. Altre passioni son i manga, gli anime, i film, le serie tv e la montagna. Ho uno zio con disabilità e questo mi ha sempre spinto nel capire la vera differenza tra sentire e ascoltare. A volte ci si sofferma solo sul sentire ma non si dà veramente peso e significato alle parole o ai gesti che una persona vuole esprimere. Lavoro in una cooperativa e faccio volontariato con dei bambini. Ho intrapreso queste strade perché penso che aiutare il prossimo sia veramente importante per poter aver un ruolo di sostegno nella nostra società.


Sono Asrin, il mio soprannome è Maria, ho 40 anni… Ho 2 figli, mio ​​figlio ha 15 anni e mia figlia 14 anni… Fin dalla mia infanzia, amo molto cantare, soprattutto da grande; canzoni arabe. Mio padre cercava di impedirmi di cantare, ma mia madre mi comprava un microfono per soddisfare la mia voglia di cantare e io cercavo sempre di imitare i cantanti, come interpretavano la canzone e come stavano sul palco. Quando mi sono laureato e ho lavorato come insegnante di lingua inglese, facevo opere teatrali in lingua inglese, che erano racconti ispirati a storie per bambini. Quando ho lasciato l’Iraq quando ero in Germania, ho trovato un microfono che funziona con il Bluetooth, e fino ad ora ho praticato l’hobby del canto


Sono Damiano. Ho 26 anni. Nel corso della mia vita ho imparato che la conoscenza è uno dei capisaldi più importanti che possediamo. E la conoscenza per me si chiama scienza e filosofia. Sono sempre stato affascinato dalle grandi questioni fondamentali riguardanti l’universo e colui che lo scruta: noi stessi. Così grazie ai libri e al web ho iniziato la mia personale ricerca della verità che, come diceva Aristotele, risiede intorno a noi. Quindi conoscere e divulgare la conoscenza è il modo per esprimermi. Sono una persona timida e riservata e in questi ultimi anni, specialmente quelli post pandemia COVID, ho imparato ad aprirmi di più verso gli altri


Mi chiamo Lila e sono nata e cresciuta in Italia ma la prima lingua che ho imparato è quella del corpo. Il mio linguaggio preferito sono sicuramente le coccole, la cura che le mani sanno dare e ricevere. Ancora oggi i primi strumenti della mia relazione col mondo sono lo sguardo, il sorriso, l’espressione del viso, la postura…ma soprattutto l’abbraccio.
Le mie attività preferite erano – e sono – arrampicarmi sul primo albero possibile, o in cima ad una collina, per stare ore sopra ad osservare e poi rotolare giù, poi mettermi sul pavimento del laboratorio di mia madre a tradurre in disegni e pitture ciò che vedevo, ciò sentivo, ciò che sognavo.Un giorno sono giunte anche le parole e da lì a poco la scrittura è diventata la mia grande compagna di vita, un’amica, una casa, un’arma d’istruzione o distruzione.


Sono Yesenia e vivo in Italia già per un anno. Qui tutti mi chiamano Yessì. E questo mi piace perché c’è un gioco delle lingue: “yes” in inglese e “sì” in italiano – è il nome del consenso. Ho radici ucraine, russe, ebraiche e moldave, ma quando mi chiedono da dove vengo la mia risposta preferita è “dal pianeta Terra”. Per nazionalità sono ucraina e dalla nascita ero bilingue: parlo sia ucraino che russo. Mia mamma ha instillato in me l’amore per la poesia, la musica, le fiabe e gli studi. Quando avevo 5 anni, si aggiunse l’inglese. Avevo una vecchia insegnante che ci ha mostrato il cartone animato “Big Muzzy”. Forse è da lì che nasce il mio amore per le lingue straniere. Sono stata molto fortunata con i miei insegnanti, sempre. Ho imparato il tedesco a scuola, e poi nel 2013 mi sono innamorata dell’italiano durante gli studi a Malta. C’erano molti italiani rumorosi e allegri, grazie ai quali ho sognato di impararla. Non sapevo che sarei stata in Italia, l’ho imparata per piacere, come al solito. Ora sto studiando il cinese, penso di essere lingue-dipendente. Il teatro, ballo e cinema sono tre altre lingue che parlo, sono quelle che non hanno bisogno di traduzione, che tutti capiscono ovunque, che posso parlare essendo muta. Vedi che troveremo sicuramente una lingua comune!


Laura, ho imparato a conoscere il mondo in twi, l’ho studiato in inglese e la vivo in italiano, mi piace ascoltare e guardare le storie in tutti i modi possibili, le racconto con i versi

Il mio nome è Francesca, mi è stato dato in onore del santo e non del calciatore… Sono nell’età in cui non mi interessa né giocare con la sabbia, né risolvere complessi problemi finanziari. Frequento ancora il liceo e spero di diplomarmi prima dei 30 anni. Studio le lingue, non avrei potuto scegliere percorso migliore, visto che sono la cosa che più mi appassiona, insieme all’attualità e all’arte. Parlo fluentemente l’inglese, il francese, l’italiano e mastico un po’ di tedesco. La lingua delle mie origini, però, è il siciliano, parlata da entrambi i miei genitori e un po’ meno da me, che da piccola mi impegnavo a comprendere solo quando bisognava ascoltare i pettegolezzi delle signore in paese. La Sicilia è un pezzo di me, ed è proprio lì dove ho imparato a parlare. Mi piace parlare tanto quanto mi piace scrivere, infatti mi distraggo spesso, ma non quando ho la penna in mano. Nella vita mi piacerebbe intraprendere numerose esperienze, tra le quali visitare tutti e 7 i continenti. Mi piacerebbe avere l’Europa in tasca, la leggerezza in testa e la bontà in cuore.


Mi chiamo Silvia. Per tutta l’infanzia ho sentito parlare solo una lingua, l’italiano, e un dialetto, il milanese. Da adolescente l’incontro in campeggio con tedeschi, olandesi, francesi, spagnoli… e l’inglese è diventata la lingua dei baci, dei corteggiamenti, del ballo. Ma nella mia vita, presto, molto presto sono entrati altri linguaggi. Mio nonno elettricista era luci e ombre con cui giocare la sera. Lo zio impiegato, ma musicista nell’anima, era la musica del pianoforte che mi insegnava a suonare la domenica. Mia cugina grande era la danza sfrenata da fare in casa da sole quando i grandi erano fuori. A 6 anni ho avuto una malattia agli occhi, la sera quando i miei compagni guardavano la TV io dovevo mettere sugli occhi degli impacchi, per guarire. Mia madre allora raccontava storie e faceva personaggi perché io potessi immaginarli. La sua voce diventava il lupo, la fata, ogni eroe di tutte le storie. È così che è cominciato il teatro. Ho sempre amato scrivere, scrivevo dappertutto. Sul diario, negli spazi bianchi dei libri, sui biglietti della metro. Per raccontare quello che mi succedeva, ma soprattutto quello che succedeva intorno a me, le persone e le situazioni che osservavo per strada. A 16 anni ho cominciato a fare teatro. Il teatro per me era ed è fatto di corpi, parole, immagini, storie, oggetti, musica, danza. Mi piace mischiare i linguaggi, le persone e le lingue!


Sono Luca. Ho imparato a raccontare storie in italiano da bambino, da mia madre, mio padre e mia sorella che mi parlavano. E’ la prima lingua che ho sentito in vita mia. Al paese di mio padre ho imparato ad ascoltare storie in dialetto lucano. Poi ho iniziato a raccontare storie suonando canzoni con la chitarra, con un gruppo di amici. Ho iniziato a imparare a usare l’ audio e a scrivere tanto. Poi in Spagna mi sono innamorato, ho ballato e sono diventato europeo in spagnolo. Da grande, in Irlanda, con una banda di bambini che correvano tra prati e torrenti ho imparato a prendermi cura di loro in inglese. Adesso mi piace mettere insieme i linguaggi e le lingue che ognuno porta.

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