Guardare Pippo Delbono, scrivere della gioia

Con il gruppo di teatro comunitario della scuola di italiano Asinitas ONLUS siamo andati al Teatro Argentina a vedere La gioia di Pippo Delbono. Qui, Zahra Kian, spettatrice e studentessa, si confronta con le domande dello spettacolo.

Lo scritto di Zahra, in fārsī

Che cos’è la gioia? Dove sta la gioia? Dove nel mondo? Dove devo cercare nella geografia per trovare la gioia? Nella letteratura mistica persiana c’è una parola che significa questo, e significa “momento”, “un secondo”. Durante tutto lo spettacolo La gioia di Pippo Delbono questa parola stava con me.
È un mood, un sentimento, è una qualità che non si può dire, ma si può ricevere, percepire. Una bellezza che non si può descrivere, ma si può sentire il suo gusto. Gioia. Questi cinque pezzi di parole, cinque lettere che sempre stiamo cercando nel nostro mondo e dentro di noi. Gioia è qualcosa che sempre entra in noi, ci penetra, un momento, un passaggio. Ma che penetra nel nostro fondo, e siede nel nostro corpo. Ma com’è difficile che la gioia viva dentro te per sempre! Perché la sua bellezza dipende dal fatto che passa nel momento, nel fondo del corpo e del cuore, e se ne va. Quando ci sentiamo molto bene, questa “gioia” è “gioia” che entra in noi.

Lo scritto di Zahra, in fārsī

Il confine tra gioia e felicità è molto sottile, ma gioia e felicità non sono uguali. Perché la gioia è la più alta degli stati d’animo. Forse il confine della gioia è là, o è qui! Forse è in quello che stiamo facendo proprio ora. Per comprenderla, dobbiamo viverla. Tra tutte le righe, tra tutti i confini si può scoprire la gioia. Qualche volta nell’empatia con gli altri, nel fare felici gli altri, questa gioia entra dentro noi, qualche volta nel cercare dentro te stesso; e quando sei da solo, che vai dentro te, la gioia entra dentro di noi. Ma quello che, alla fine, si forma, è un sentimento che non si può descrivere, solo si può dire il suo nome con una parola che si chiama “gioia”.

Lo scritto di Zahra, in fārsī

Gioia è un paradiso, che è il nostro animo e il nostro mondo. Gioia è sempre, adesso, è qui, è là, appare e scompare, è dolce e allo stesso tempo dolorosa. Un dolore che è dolce e piacevole, perché è una motivazione della vita. È uno strano sentimento che non ha tempo e non ha posto. È un sentimento strano che in tutto il mondo, per tutti, è uguale. Tutte le grida di Pippo durante lo spettacolo, sono le grida che io ho fatto dentro di me. Qualcuno in Africa, qualcun altro in America. Dov’è la gioia, e cos’è davvero?

Trovare la gioia è come trovare l’est mentre sorge il sole, ma sapendo durante tutto il giorno che esiste l’altra parte, il tramonto, a occidente. E questo sentimento tra l’alba e il tramonto è il motivo per continuare ad andare avanti e vivere. Gioia, è unirsi al mondo.

Zahra Kian

Teatro Argentina, Roma – marzo 2019

leggi anche La gioia di Pippo Delbono. Allegria di naufragi

LA GIOIA
di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella
composizione floreale Thierry Boutemy
musiche Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari
luci Orlando Bolognesi
suono Pietro Tirella
costumi Elena Giampaoli
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
coproduzione Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale

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