Picnic sul ciglio della strada. Il laboratorio teatrale di Asinitas con DOM-

6 maggio
Dopo un pisolino tra le braccia della nostra -zona-, concentrandoci sul nostro respiro, ci siamo rigenerate. Abbiamo fatto un picnic e ascoltato le parole di Leonardo:
«Ognuno offre agli altri ciò che sa e ama!»
L’inizio è stato incantevole. Nino, una cantante e musicista straordinaria, ha condiviso con noi una melodia dolce dalla Russia. Un’esperienza da sogno! Cantava parole che intrecciava alla musica, e noi, seguendo i suoi gesti delicati delle sue mani, ripetevamo. Il mio cuore batteva forte dall’emozione; non credevo di poter ascoltare una voce così da vicina.
Ho assaporato le voci dei migliori cantanti dell’Iran, ma un canto straniero? Solo una volta, a Teheran. Ricordo, durante i giorni da studentessa, di aver letto per caso una notizia: un’orchestra italiana con cantanti d’opera era arrivata in città. I biglietti erano sold out, esauriti. Ma la notizia diceva che la prova generale, il sound check, del mattino era gratuita!! Bastava prenotare. Ho preso il telefono e, senza consultarmi con le amiche, ho riservato quattro posti.
«Opera al Teatro Vahdat, in una mattina di primavera!»
E ora, ascoltare la voce di Nino non era solo meraviglioso, ma esercitarmi con lei ha ridato vita alla mia anima. La traduzione della sua poesia, scoprire che era una canzone popolare e amata, mi ha scaldato il cuore.
Poi, in piccoli gruppi, abbiamo condiviso le nostre idee. Ho ascoltato una poesia di Adarou che mi ha toccato profondamente.
Descrive un pomeriggio in cui torna a casa dal pascolo , con le sue mucche e pecore sazie, ma lui affamato, felice di aspettare il cibo cucinato dalla “mamma”.
È commovente… così commovente!
E ancora più sorprendente: la sua lingua madre non ha alfabeto, esiste solo oralmente. Ha scritto la poesia in francese, poi l’ha tradotta in italiano per condividerla con noi.
Mi toccano queste sfumature, di questi dettagli. Se momenti come questi non mi fanno sentire ebbra e traboccante , allora cosa dovrei aspettare per sentirmi così?
Come dice la poesia di Charles Baudelaire:
«Bisogna essere sempre ubriachi.
Ma di che?
di tutto ciò che geme,
di tutto ciò che canta,
di tutto ciò che parla,
Di vino, di poesia …»
Questa poesia, questo modo di vivere, è la vita stessa. La poesia di Adarou la scriverò in persiano: «مونتا کو دو هوما »!!
Ora ho un tesoro, un dono da un giovane bello e sensibile del Burkina Faso.
Che vita meraviglia!
E poi, la direzione artistica del coro da parte di Woody, il nostro amico filippino sempre sorridente.
L’armonia nei gruppi di quattro persone, sotto la guida esperta di Woody, si è creata così rapidamente e con tanto entusiasmo che non servivano spiegazioni.
Da questi gruppi sono nate tre ninne nanne bellissime: una italiana di Arianna, una bengalese di Shounda e una gambiana di Zainab, tutte dolci e melodiose.
Due danze tradizionali italiane di Federica, una danza amazzonica regalo di Daisy, e una danza di Shakira.
L’idea di creare pupazzi di pongo, mescolata a video e alla voce unica di Giulia con le sue parole poetiche, e il lavoro all’uncinetto, un progetto condiviso con Francesca, i complaints choir (Coro di lamentele )di Greta, la trasformazione del corpo con la forza di Victoria, fare il tè, sciroppi di zucchero (bevanda rinfrescante), la poesie, origami…
Non vedo l’ora di dar corpo ai sogni.
Zara Kian