Come together. Una Re.M per UP TO YOU 2025

Quest’anno per presentare la Re.M. del Festival Up To You 2025 abbiamo scelto di non scrivere chi siamo e non utilizzare nostre foto personali, ma di provare a porci delle domande e rispondere utilizzando il linguaggio fotografico.

Bergamo è il luogo del Festival Up To You e “Sconfiniamo?” è il claim scelto quest’anno dalla Direzione artistica partecipata under 30 del festival. Ci è sembrato interessante presentarci reagendo a questi stimoli, facendoci domande che potessero incontrarsi e scontrarsi con le domande del festival. Un gruppo formato da persone con diverse provenienze, diverse lingue, come vive la città di Bergamo? Quale significato attribuisce alla parola sconfinare

Abbiamo deciso di scattare una foto che raccontasse che cosa è Bergamo per noi e una foto che raccontasse per noi il significato della parola sconfinare.

Sergiy Gorichok

La prima foto è di un luogo associato a Bergamo. Dalla città alta si gode un panorama su tutta Bergamo. La seconda foto per me parla dello sconfinare oltre la semplice soddisfazione dei bisogni fondamentali e racconta il valore profondo dell’avere una casa propria.

Marie-Grâce Gimagesa

La prima foto è in una delle Piazze che per me rappresenta la città di Bergamo. Si chiama Piazza della Libertà. E libertà è una sensazione che provo quando cammino per le vie di Bergamo, la città che mi accoglie da qualche tempo.
La seconda foto è di un posto che per me racconta al meglio la parola sconfinare. Siamo davanti alla Stazione di Bergamo, da dove si può vedere diversi culture e popoli che convivono in questa bella Città. Perché io intendo “sconfinare” come andare oltre le differenze, i confini, i limiti e condividere quello che ci unisce. E quello che ci unisce è l’Umanità. La stazione è un posto dove si possono vedere tutte le persone che vivono a Bergamo. Quando esci dalla stazione e vedi tutta questa gente, per me è sconfinare, andare oltre i limiti del territorio, vivere insieme.

Ana Bustamante
La prima foto è Bergamo, non conoscono molto la città, e mi impressiona per l’imponenza dell’architettura che ti fa sentire piccola. Tutto mi fa sentire il senso del tempo dal quale le costruzione sono qui. Antiche.
Per la seconda foto, sullo sconfinare: mai avevo visto questa pianta con i fiori. La pianta cresce fuori dai bordi.

Laura Amponsah

La prima foto: il cemento e il vegetale. Il pilastro di un balcone è all’altezza della pianta, come se la pianta stesse tenendo il balcone. Sconfinare per me è anche resistenza e supporto.
La seconda foto: io associo a Bergamo una specie di riposo. Nonnostante sia una città molto piccola, quando ho cominciato a venire qui è stato quando ho veramente iniziato a sentirmi riposata, perché abito in una frazione e uscire anche solo dalla frazione per me era tantissimo. Bergamo mi da l’opportunità di crearmi una rete, e quella rete è il mio riposo.

Sebastjian Abdulahu 

Per me la città era il mio quartiere dove ho vissuto, dove sono nati i miei figli, dove ho fatto le mie amicizie, dove ho incontrato tante persone con le quali sono in relazione ancora oggi. Dove sono entrato nelle tante reti, dove la mia vicina di casa quando è andata in vacanza mi ha confidato le chiavi con queste parole: ti lascio le chiavi della mia casa ma state attenti che in giro ci sono tanti zingari.
Nella seconda foto, sullo sconfinare, c’è un bordo fine, o sei dentro l’acqua o sei fuori. Superare il bordo, il confine. A volte il bordo non si supera. O riesci ad andare a galla o sei giù in fondo.

Mariam Janikyan

Per me Bergamo è casa, è arte. Uno stile di vita. Sconfinare: Bergamo per me è arte e arte è sconfinare.

Leggi qui il racconto di tutti gli spettacoli visti dalla Redazione di quest’anno:

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