Il festival Up To You incontra il CPIA 1 Bergamo

Le sedi del CPIA di Clusone, Costa Volpino e Villongo al festival per vedere Albatros e Non ho chiesto (io) di venire al mondo

foto Carlo Valtellina

Secondo anno di incontro tra la Rem di Up To You festival di spettacolo dal vivo, progetto Come Together, e il Cpia 1 Bergamo. Anche quest’anno dalle Valli Bergamasche un pullmann di studentesse, studenti, docenti è venuto al Festival. Oltre a Clusone e Costa Volpino, quest’anno si è aggiunta la sede di Villongo. Un pullmann enorme è approdato a Colognola, sembrava un’astronave del futuro, vetri oscurati, luci soffuse, da lì si sono riversati nel piazzale del Cineteatro di Colognola persone che originariamente provengono dal Sud America, dall’Europa dell’Est, dall’Africa, dall’Asia. 

Dopo l’incontro nelle finestrelle zoom per raccontare anche alle nuove studentesse e studenti il progetto, è sempre particolare vedersi di persona. Anche quest’anno il Cpia 1 Bergamo ha scelto di partecipare alla serata dedicata alla danza, nell’idea di incontrare un linguaggio artistico capace di dialogare con persone che stanno imparando l’italiano. 

Due gli spettacoli in visione: Non ho chiesto (io) di venire al mondo, di Alessandra e Roberta Indolfi e Albatros di Pablo Exequiel Rizzo.

Non ho chiesto (io) di venire al mondo è una riflessione sulla condizione attuale delle giovani generazioni e su come questo tempo storico sia focalizzato sul prodotto, sul risultato e su ciò che si ottiene, piuttosto che su chi si è e su che cosa si ha da dire. Uno spettacolo che parte da questa riflessione ed esplora il potenziale ludico dell’esistenza. In scena il gioco della campana, anche detto gioco del mondo, danzato ossessivamente sino a sfaldarsi.

Assistiamo allo spettacolo all’aperto, in un cortile, in piedi o seduti a terra. Sul finire della performance uno dei danzatori bendato, guidato dalle voci delle altre danzatrici, deve rompere una pentolaccia appesa. Lui si perde, scompare dalla nostra vista, sino a che piano piano la voce delle compagne lo guida di nuovo sulla scena. Vorremmo intervenire, ma restiamo senza fiato.

Poi entriamo in teatro per vedere Albatros, uno studio biologico e comportamentale di alcune tipologie di animali, un’indagine sul concetto di natura e di naturale. Avvolti dalla luce e sepolti dall’oscurità, i corpi creano immagini ibride, a tratti aliene, che mutano verso la composizione di figure antropomorfe, attraverso una ricerca sensoriale della propria identità.

foto Carlo Valtellina

Dopo la visione degli spettacoli incontriamo le due compagnie, sono performer molto giovani, uno dei danzatori lavora con entrambe le compagnie. Siedono vicini, sugli scalini che portano al palco, raccontano di sé e poi vengono travolti dalle domande.

Qualche tempo dopo ci ritroviamo a Costa Volpino, con le studentesse e gli studenti che possono partecipare per lavorare al racconto della serata. La domanda è la stessa che la Rem si pone nei circle time post spettacolo: che cosa abbiamo visto?

Si decide di rispondere utilizzando la tecnica del disegno e del collage, ciascun/a partecipante sceglie a partire da quale spettacolo lavorare, alcune persone producono anche un audio in lingua madre o in italiano.

Silvia Baldini

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Amy – Albatros | che cosa ho visto

Amy: Per me erano due persone che si connettono e ballano, fanno delle trasformazioni, diventano gatti, giraffe, anche angeli. Questo mi ha fatto viaggiare in Asia, in Africa, dappertutto. La luce era molto bella.

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Ilham – Non ho chiesto (io) di venire al mondo | che cosa ho visto

La nostra vita da piccoli è la stessa anche da grandi, anche ora giochiamo, ma in modo diverso. Quando eravamo bambini giocavamo tutti sullo stesso mondo, ma ora ognuno ha disegnato il proprio. 

Ognuno segna la sua storia e gioca sul suo mondo, ma ha tracciato delle linee per poter incontrare gli altri. 

Ognuno può continuare per il suo percorso, ma possiamo anche scambiarci, questo anche se perdiamo tempo… impariamo cose nuove e incontriamo nuove persone. 

Anche cambiando strada possiamo tornare al nostro posto, oppure scoprire un nuovo posto che ci piace e decidere di restare. 

Si sono incontrati, e si incontrano di nuovo. Proprio come nella vita. Ci separiamo e poi ritroviamo. 

Quando gli hanno chiuso gli occhi, ho sentito che anche noi possiamo fare così con alcune persone nella nostra vita. Chiudiamo gli occhi e diamo loro il telecomando della nostra vita. 

Stiamo ancora giocando, ma in modo diverso, solo che da piccoli avevamo più testa di quanta ne abbiamo ora.

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Mariana – Albatros | che cosa ho visto

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Pedro – Albatros | che cosa ho visto

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Rajaa – Albatros | che cosa ho visto

Gli attori parlano della morte e del rapporto tra l’anima e Dio, tra l’uomo e la Natura, la natura in generale. Mi è piaciuto tanto questo spettacolo, gli attori hanno un bel fisico, mi è piaciuto anche come praticano il movimento del corpo. Ci vuole molta pratica fisica e mentale per trasmettere l’idea con qualità.

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Sabira – Albatros | che cosa ho visto

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Reyna – Non ho chiesto (io) di venire al mondo | che cosa ho visto

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